Sopraffatta da una quantità
indefinibile di emozioni. Gioia, gioia piena come non accadeva da tempo, in
questo partito di battaglie non perse, mezze vittorie, sofferenze. In questo
partito variopinto, ma ancora -grazie a Dio
- un partito di persone. Provo a
condividere qualcuno dei pensieri confusi e in ordine sparso che mi passano per
la testa con le poche ore di sonno che ho. Non sono un’analista politico, solo
un’appassionata democratica che sa mettere in relazione le persone. Perdonate dunque
la semplicità delle mie riflessioni:
-
Gioisco perché ha vinto il Partito Democratico. Ma
soprattutto gioisco perché oggi è nato il Partito Democratico. E’ nato
finalmente il Partito a vocazione maggioritaria che avevamo in mente anni fa. E’
nato in un momento in cui non ce lo aspettavamo e avevamo tutti gran paura. Inaspettatamente. E certamente anche
grazie alla spinta propulsiva di un neanche quarantenne per il quale non nutro
grandi simpatie ma che, devo ammettere, è riuscito a portarci ad un risultato
storico. E qualche merito gli va riconosciuto, che diamine (e non sono
diventata renziana, s’intenda).
-
Chi semina, raccoglie. Lo dimostra il risultato
straordinario della nostra Elena Gentile (oltre 149mila preferenze), cannone di
femmina, straripante e generosa donna, donna di partito, amministratrice. Dio
solo sa quanto siamo stati disordinati e poco organizzati nella campagna elettorale,
ma è evidente che chi ha ben seminato nel tempo non ha bisogno di artifizi o packaging.
Semplicemente è. E raccoglie. E non servono soldi, o promesse. Quand’è così, la gente si muove spontaneamente
per te, lavora gratuitamente per te, per l’idea di politica che rappresenti. Ed
è su questo terreno che abbiamo ottenuto la vittoria più grande, quella più
appagante.
-
La rete civatiana si rafforza eleggendo in ogni
circoscrizione candidati di grande qualità e, in molti casi, degli outsider
rispetto alla cui vittoria non so quanti avrebbero scommesso un penny (un po’
come con me, un anno fa). Oltre la nostra Elena Gentile, eleggiamo la giovanissima
combattente Elly Schlein, leader di OccupyPD (Nord Est), l’hipster Daniele
Viotti (bellissima la sua schietta campagna sui diritti, l’innovazione, i “temi”…questi
sconosciuti) e Renata Briano (Nord Ovest). Abbiamo trepidato tutti insieme
stanotte. Senza confine territoriale. Ci siamo legati tanto. Perché ci siamo
trovati, finalmente, tra persone simili. E vogliamo stare assieme. La nostra filiera
istituzionale si allarga e si allunga, insieme a Pippo Civati. La nostra possibilità
di incidere anche. “E’ indispensabile che qualcuno sappia tenergli testa (a
Renzi), che cerchi di riannodare il filo con la nostra comune storia, che
marchi il confine (costituzionale, ideale) oltre il quale l’autonomia del
politico non può e non deve tracimare. Oggi il trionfatore nel voto europeo ha
ancora più bisogno di questo sostegno critico”, scrive Corradino Mineo. C’est
vrai.
-
Il dato generazionale mi impressiona, mi
colpisce, è importante assai. Lo svecchiamento imposto da Renzi non ha fatto
che bene, gran bene. Spero lo capiscano a tutti i livelli. Li abbiamo visti già
tutti, in tutte le salse. Ora è un tempo nuovo. La conferenza stampa del gruppo
PD di ieri era la fotografia di questo tempo nuovo. Ed era cosa molto bella.
-
I dati della mia città (PD 38%), della mia provincia
(32,5%) e della mia regione (33,6%) mi confortano. Il Partito esiste, tiene,
vince. Ma c’è una cosa che trovo intollerabile. Essere la provincia con uno dei
dati peggiori sull’affluenza. Mi fa sentire terzo mondo, sta cosa. Nord,
centro, sud e isole. La scaletta è sempre questa. E noi sempre in coda. Dobbiamo
ancora fare tanto lavoro. Tanto. Se la gente non vota la colpa è anche nostra.
Dobbiamo re-infondere fiducia. Rispolverare il concetto della “potenza della
cittadinanza” e, con esso, distruggere definitivamente l’idea di politica come
mercato della richiesta e avviare un’era di democrazia cooperativa.
-
Emiliano, secondo me, si sta mangiando le mani
per non essersi più candidato. Ha perso l’occasione di diventare il leader del
Partito Meridionale. Poteva, aveva tutte
le carte in regola. Altro che Fitto. Avrebbe fatto il casino. Mi dispiace. Ma
sono felice di avere una leader nel Mezzogiorno, ora. Una leader donna (e non è
la Picierno), bistrattata durante le ultime parlamentarie (dove pur con un
risultato straordinario era stata relegata dagli apparati in un posto “non
utile” nella lista del Senato), Big Elena si riprende le sue soddisfazioni. E’
lei, è Gentile e nessuno lo può negar.
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Il centrodestra si è immiserito. Fortunatamente.
-
La Lega si è ripresa e non va bene.
-
Su M5stelle avrei un post da millemila battute.
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La situazione complessiva delle elezioni
europee, guardando agli altri paesi, non è confortante. Il trionfo delle forze
più estreme, delle forze più populiste è un dato storico su cui far molta
attenzione. E soprattutto, come ha scritto la mia amica Marina, “qualcuno dica a
Hollande che, mentre andava in motorino dall'amante, i fascisti gli entravano
anche nel bagno di casa.”
-
Tante, tante altre cose nel cuore. Ve le scriverò dopo, se mi
riprenderò mai. Ma prima vorrò leggere le vostre. Mi servirà. Nel frattempo, vi regalo l’immagine tra le più
belle della mia campagna elettorale dello scorso anno. La torta del giorno
della vittoria <3
P.S. Dai, ora basta. Da
domani possiamo scatenarci e cominciare finalmente a parlare del vero tema del
2014: i Mondiali di Calcio.
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