venerdì 28 novembre 2014

Assestamenti di bilancio. La manovra approvata ieri.

Manovra di variazione e assestamento generale
al bilancio di previsione 2014 e bilancio pluriennale 2014/2016.

La relazione del Sindaco - Assessore ad interim al Bilancio

La proposta di assestamento che il Consiglio si appresta a discutere (ieri, Consiglio comunale del 27.11, per chi legge) rappresenta, per quanto formale possa essere, un passaggio fondamentale previsto dal legislatore, in base al quale vengono registrate le opportune variazioni di bilancio.
Il 30 novembre è la data ultima entro cui poter effettuare l’assestamento dei conti. In tale occasione vengono rivisti tutti gli stanziamenti di entrate e spese, recependo le novità legislative intervenute successivamente all’approvazione del bilancio di previsione, avvenuta il 9 settembre scorso, garantendo, nei limiti possibili, i servizi fondamentali rivolti alla città.
Ma, pur essendo una manovra tecnica, appunto di assestamento, ultimamente accade che i Comuni siano chiamati a rivedere i propri conti alla luce dei continui tagli operati dal legislatore.

Nelle variazioni del nostro bilancio sono state infatti ridotte ulteriormente le spese correnti, soprattutto per effetto del taglio di risorse di oltre 700 mila euro disposto dal Ministero dell’Interno, taglio determinato dalle continue rimodulazioni delle assegnazioni del Fondo di Solidarietà Comunale e del gettito dell’IMU. 

Il contenimento delle spese pubbliche è diventato un dovere, prima ancora che un obbligo. Il dovere trova comprensione tra i nostri cittadini, come testimonia la graduatoria  che colloca Barletta tra i Comuni medio - virtuosi.  Lo stesso assestamento registra maggiori risorse di 100mila euro di Tasi, e dispiace che questa prova di consapevolezza non possa essere utilizzata per una immediata riduzione della pressione tributaria, bensì per garantire gli equilibri complessivi della manovra.

Ma questi continui tagli, oltre che incidere sui servizi pubblici erogati a favore della collettività, mettono a rischio l’efficienza se non l’ordinario funzionamento della macchina amministrativa. Non solo: in un quadro complesso di vincoli di finanza pubblica resi sempre più stringenti, il rispetto di un Patto di Stabilità rigido produce effetti negativi sullo stesso sistema economico, soprattutto per le imprese che vedono dilungarsi i tempi di pagamento dei propri crediti.

La manovra complessiva, misurata attraverso un saldo algebrico di maggiori e minori entrate e spese, risulta dunque, di circa 850mila euro determinata prevalentemente da una saldo di 1,2 milioni di euro sulle entrate e spese correnti e da un saldo di oltre 2 milioni di euro sulle entrate e spese in conto capitale

Sulla parte corrente del bilancio, a fronte delle minori entrate, sono stati ridotti gli stanziamenti di spesa operando su tutti i capitoli di bilancio non ancora impegnati che, comunque, non pregiudicano i servizi essenziali

Questo resta il punto di riferimento essenziale delle politiche di bilancio. Avremmo voluto e vorremmo fare di più in termini di perequazione, ma abbiamo dovuto affrontare ostacoli non indifferenti. Ma proprio perché il bilancio assestato rappresenta la prima traccia del pre-consuntivo 2014, e di fatto costituisce la base di riferimento per la costruzione del prossimo bilancio di previsione 2015, vogliamo qui assumere il preciso impegno a tenere conto dell’esigenza di affrontare e superare le criticità emerse soprattutto in termini di coesione sociale. 

Del resto, dall’anno prossimo parte l’armonizzazione dei bilanci pubblici, un metodo di contabilizzazione che, sempre più analiticamente, porterà a rivedere le politiche di spesa e, soprattutto, la revisione dei residui attivi e passivi, che tanto influenzano i risultati di amministrazione. E quindi si dovrà cominciare a misurarci subito con questa prova. Anche se nel disegno di legge di Stabilità per il 2015 sono previsti ulteriori tagli per il comparto dei Comuni, pari a 1,2 miliardi di euro, che inevitabilmente condizioneranno le nostre politiche.
Dalle prime stime riportate sui quotidiani nazionali, il Comune di Barletta rischia di perdere un altro milione e mezzo, difficilmente recuperabile con la semplice novità ipotizzata nell’ambito della revisione dell’intero sistema di tassazione locale, da concretizzare nell’accorpamento dell’IMU e della TASI, ma saltando – come pare – l’addizionale Irpef.
Vedremo. Fatto è - ripeto - che il 2014, in tema di TASI e di TARI, ha rappresentato l’anno “zero”. Gli uffici stanno, di fatto, ricostituendo le banche dati dei contribuenti, affrontando con attenzione e disponibilità ogni richiesta di chiarimento e correzione degli utenti. Sono stati già acquisiti al nostro patrimonio numerosi elementi informativi che, sicuramente, ci consentiranno di attuare delle politiche fiscali ancor più vocate a criteri di equità e di coesione sociale.
Si conferma, dunque, la volontà di questa Amministrazione di sostenere le famiglie con redditi più bassi. Per il 2015, dunque, saranno compiuti tutti gli sforzi possibili per agevolare le categorie più deboli, adottando misure che vadano a garantire forme di riduzioni ed esenzioni per alleviare il peso del fisco locale imposto dal nostro legislatore.

Deve essere comunque chiaro che così come i Comuni si fanno carico del contributo alla stabilizzazione della finanza pubblica, altrettanto il legislatore deve fare nei confronti della sostenibilità dell’azione delle Amministrazioni locali. Insomma, costi standard – come ci si chiede – ma anche servizi standard – come abbiamo tutti diritto di avere – nell’esercizio delle rispettive autonomie, in modo che ciascun livello possa rispondere delle proprie scelte e delle relative responsabilità politiche.

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