giovedì 10 dicembre 2015

Oggi parliamo di caporalato e sfruttamento. Alle 19, da Cialuna.


Il caporalato sembra un fenomeno estivo. Ce ne ricordiamo in occasione di qualche tragica morte come quelle puntualmente verificatesi anche quest’anno nelle campagne di casa nostra. 
Delle condizioni dei lavoratori della terra, in particolare dei braccianti immigrati e dell’arcipelago di villaggi degradati in cui sono relegati a vivere con regole e schemi di sfruttamento definibili a tutti gli effetti “schiavismo “, parleremo stasera, Giovedì 10 Dicembre, alle ore 19, presso la Libreria Cialuna a Barletta, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani

Con ReteDem Puglia abbiamo deciso di presentare il libro-inchiesta “GHETTO ITALIA - I braccianti stranieri tra caporalato e sfruttamento” (Fandango Editore) alla presenza dei due autori, il sociologo ed etnografo Leonardo Palmisano, già autore di altre inchieste su sfruttamenti, prostituzione e migrazioni e Yvan Sagnet, leader della rivolta nel ghetto di Nardò, attualmente responsabile del Dipartimento Immigrazione FLAI CGIL Puglia.

Dialogheranno con i due autori l'europarlamentare Elena Gentile (componente della Commissione occupazione e affari sociali) e l'avvocato Stefano Campese, esperto in diritto delle migrazioni.

Un reportage fatto di storie raccontate da chi vive in questa situazione al limite della sopportazione fisica e psicologica, un incredibile viaggio nei nuovi ghetti disseminati per l’Italia dalla Puglia al Piemonte, passando per la Lucania, il Lazio e la Campania. La mappa di un paese ridisegnato da razzismo, ingiustizia e indifferenza. La brutale realtà del caporalato la conoscono in pochi, taciuta dalle istituzioni pubbliche locali, dal sistema agricolo italiano, dalla piccola e media distribuzione e dalle multinazionali dell’industria agroalimentare, che si servono di questa forma coatta di sfruttamento, imponendo un ribasso eccessivo dei prezzi dei prodotti. Si tratta di un complesso sistema criminale in cui a rimetterci sono solo i braccianti, costretti a pagare cifre impensabili per vivere stipati in baraccopoli insalubri, lontano da qualsiasi forma di civiltà.  “A chi tende a minimizzare e non sa di quanti schiavi è piena l'Italia, da Nord a Sud, a chi vuole capire perché, a chi vuole comprendere cosa c'è da fare perché "lavoro" possa essere ancora una parola associata a "dignità" è rivolto l’invito a partecipare” – scrivono gli organizzatori. 

Vi aspettiamo!

Nessun commento:

Posta un commento